Nicola Borrelli – direttore generale per il cinema del Mibact– è stato ospite al Master in cinema e televisione del Suor Orsola Benincasa per introdurre agli allievi la nuova legge sul cinema.

Qual è la condizione del cinema italiano?
La gente del settore la pensa in tanti modi diversi. C’è chi dice che sia in declino, chi in crescita, e si potrebbe essere d’accordo con entrambe le parti. Il momento più buio per il cinema italiano è stato quello degli anni 90’ , in cui si finanziavano film per cifre esorbitanti che poi raramente venivano distribuiti o addirittura girati. Dal 2000 al 2007, invece – grazie ai finanziamenti delle enti televisive – il cinema italiano ha avuto la possibilità di crescere, dando vita a fenomeni quali Garrone e Sorrentino. Dopodiché, si può dire si sia ‘cristallizzato’.

Qual è – secondo lei – la causa di questo fenomeno?
Innanzitutto, le dimensioni ridotte del mercato. Gli italiani sono i maggiori fruitori di prodotti audiovisivi in Europa, ma nonostante ciò l’Italia è assente da tutte le classifiche europee in quanto produzione cinematografiche e televisive. I produttori investono poco, finanziando per lo più opere rivolte al gusto del pubblico italiano, escludendo così il panorama internazionale. Il mercato cinematografico italiano è dunque a circuito chiuso; a fare la differenza sono le opere di piccole produzioni indipendenti e di giovani registi che ogni anno vengono selezionati nei più prestigiosi festival europei e oltre oceanici. Tristemente però succede che poi, tali opere – premiate e acclamate dal pubblico estero – in Italia non vengano nemmeno distribuite.

Quali sono gli obbiettivi della nuova legge sul cinema?
Sicuramente dare molto più spazio ai giovani e alle loro idee: l’Italia è un Paese che ha moltissimo potenziale in ambito cinematografico, e la nuova legge sul cinema punta all’espansione del suo mercato. Innanzitutto, sono previsti degli incentivi fiscali che premino i film selezionati a festival esteri, finanziamenti per opere prime e seconde, documentari, film d’animazione e videogiochi. Paradossalmente in Italia si producono tanti film con scarse risorse quindi, l’obbiettivo principale di questa legge, è quello di produrre un numero leggermente minore di film ma con risorse decisamente migliori, garantendo poi la distribuzione.

 

di Sabrina Coppola

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