IMG_5480“Per fare televisione bisogna capirla, tracciare il suo significato sviluppatosi nel tempo”. Così Massimo Cinque, autore Rai e regista teatrale, introduce la sua seconda lezione al Master in Cinema e Televisione del Suor Orsola Benincasa. ”Quando si affronta la storia della televisione – continua Cinque – non si può non soffermarsi su Walter Chiari e Mike Buongiorno, uomini che hanno rappresentato l’essenza della televisione nostrana e che possono essere considerati i veri creatori della tv italiana. A tal proposito- prosegue l’autore-Umberto Eco parlava di uomo mediatico, inteso come uomo medio e, in questo senso, diceva che la televisione degli albori necessitava di rappresentare colui che incarnava l’uomo della porta accanto, un individuo controllabile che prova desideri come tutti gli altri, in cui i telespettatori potevano rispecchiarsi”. Si è citato così Lascia o raddoppia, storico programma della Rai, che non solo ha lanciato nell’immaginario collettivo personalità come il già citato Buongiorno ma anche veri e propri personaggi del calibro di Marianini e Paganini. Questi ultimi si sono fatti portatori di nuovi stili e tendenze, colti quanto stravaganti hanno segnato un’epoca: l’uomo tipo degli anni sessanta, infatti, nasce e si sviluppa tramite la magia del nuovo apparecchio, la televisione.

Proprio la tv italiana degli anni sessanta produce il format dello sceneggiato, che si classifica da subito come qualcosa di unico a livello mondiale. Il nuovo prodotto televisivo è figlio della volontà reciproca delle due forze politiche dell’epoca di favorire lo sviluppo della cultura. Secondo Cinque “la cultura diventa fruibile perché lo sceneggiato consente agli italiani di riconoscersi nei personaggi mostrati nel piccolo schermo”. La nuova narrazione seriale per immagini trionfa con tutta la sua potenza mettendo in scena sentimenti tanto semplici quanto complessi. Parlando di serialità, durante la lezione, non manca l’occasione per far riferimento a grandi successi moderni televisivi come Friends, Il mio amico Arnold e altri, veri archetipi di genere che, seppur lontani dal vecchio sceneggiato, continuano ad avere successo proprio perché i personaggi rappresentati sono realistici e si prestano facilmente a spin-off.

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”Le nuove maestranze della televisione di oggi non hanno solo bisogno di mere conoscenze storiche ma devono essere pronte ad affrontare problemi molteplici”. E così ecco che il docente dopo una presentazione teorica, si sofferma sull’importanza del fare pratica. Diventa fondamentale, spiega, specie per un aspirante autore, capire quale scenografia scegliere, come deve essere strutturato il personaggio, come far emergere al meglio la sua espressione e indirizzare la regia tenendo conto di tutto il materiale; fermarsi all’idea, dunque, non basta”. In chiusura, si da poi spazio e voce ai masteristi che in questa fase iniziano a proporre ai docenti dell’area televisiva i propri progetti e format, per la realizzazione di un prodotto televisivo. A tal proposito Massimo Cinque  fa leva su un aspetto che non può mancare in un nuovo format televisivo: il coraggio. ”Ci vuole un pizzico di follia per scardinare ciò che è già stato fatto e orientarsi verso la vera innovazione: se mi racconti in dieci righe e in maniera chiara la forza del tuo progetto e mi incuriosisci, io ti dico sì, continua a parlarmene”.

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