“Il diritto d’autore è uno strumento indispensabile, l’unica difesa per chi lavora nel settore dell’intrattenimento”, così l’avvocato Ferdinando Tozzi, membro del Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore, si rivolge agli allievi del Master in cinema e televisione. “In molti – continua il giurista napoletano – fraintendono il senso di questo prezioso strumento, pensandolo più come un danno che come una tutela. In realtà il principio alla base del diritto d’autore è, almeno secondo me, sacro: si è autori quando si crea e non è necessario registrare il prodotto. Un vero e proprio diritto della personalità.

Tozzi introduce poi il diritto d’autore nell’era del digitale: “la prima legge sul diritto d’autore, tutt’ora in vigore, risale al 1941 e infatti alcuni articoli ad oggi risultano inadeguati. Addirittura un nuovo articolo creato appositamente per le nuove tecnologie potrebbe già essere obsoleto dopo pochi mesi. È impossibile codificare un argomento del genere tenendo il passo con lo sviluppo. Come già ho detto, però, sono importantissimi i principi fondamentali attualmente validi, ed è proprio a quei principi che gli autori devono rifarsi.”

La situazione è attualmente molto ambigua perché senza rendercene conto, quando “acquistiamo” un prodotto online come una canzone in realtà acquistiamo solo la possibilità di accedere ai contenuti e non a possederli. “Un esempio eclatante è – spiega l’avvocato – la causa persa da Bruce Willis, famoso attore statunitense: la sua volontà era quella di trasmettere per eredità al figlio tutti i suoi acquisti online ma, proprio come detto in precedenza, il giudice attenendosi alle leggi attuali giudicò in suo sfavore. Infatti, non essendoci l’acquisto del bene materiale ma solo dell’accesso ai contenuti, non può esserci alcun passaggio.”
Il giurista però tiene a sottolineare che la cosa fondamentale è sempre una: “Le idee sono libere. Non si è autori quando si ha un’idea ma quando si crea un’opera e di conseguenza si comprenderà che non può esserci sempre plagio. Ricordatevi – conclude Tozzi – che per tutelare un’opera è fondamentale la creatività: quanto più è originale tanto più è tutelabile. Un’opera generica e banale è difficile da proteggere.”

 

di Luigi Iodice

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