Giogió Franchini ritorna nelle aule del Master in Cinema e televisione, portando ai masteristi la sceneggiatura e un pre-montato del film “La pecora nera” di Ascanio Celestini, in cui Franchini ebbe il lavoro di montatore. La pellicola uscí nelle sale cinematografiche italiane il 1 ottobre del 2010. Il tema centrale di cui si occupa il regista é la malattia mentale, che viene reinterpretata attraverso una chiave di lettura completamente nuova ed innovativa. L’idea di fondo fu quella di descrivere il disagio mentale – e di chi purtroppo si trova ad affrontare questo problema – con uno sguardo poetico-infantile il tutto accompagnato da una voce over fiabesca.

“L’idea che ci ha guidato nella stesura del film era un continuo ritorno di flashback, incentrato su scene nette tra il passato e il presente del protagonista. Abbiamo infatti inserito degli apparati astratti per sottolineare la figura complessa del protagonista” – afferma Franchini, spiegando il motivo della scelta di alcune scelte nel montaggio.

A questo punto viene dato ai masteristi l’input per sviluppare un proprio montato del film così le idee sui tagli delle scene, gli stacchi e le sequenze, hanno cominciato a prendere forma.

“Ho notato che siete andati tutti nella stessa direzione, molti di voi hanno applicato le stesse idee sullo sviluppo del montaggio, ciò mi rincuora poiché avete appreso il messaggio del film, anche se mi diverte molto che tutti voi avreste voluto tagliare molte parti in cui era presente la suora del manicomio” – replica Franchini al momento della visione dei vari lavori – “La scelta di aver lasciato queste scene è stata compiuta al fine di sottolineare la monotonia della vita non solo della suora, ma delle giornate del protagonista”.

“Tante volte si hanno dei pensieri, dei progetti, le cosiddette ‘genialate’! Poi le vai ad inserire fiducioso ma, a malincuore, ti rendi conto che nel montato non funzionano affatto. Ti tocca così cambiare tutto di nuovo, ritrovandoti punto e da capo. Questo accade perché il montaggio non é altro che un gioco di interazioni tra immagini e il senso del messaggio filmico” – dichiara il montatore partenopeo e poi conclude – “L’importante è non scoraggiarsi ma tenere ben presente quello che si vuole comunicare allo spettatore, poi tutto viene da sé. La creazione di un film non é affatto semplice e intuitiva ma richiede tempo e maturazione”.