Gli studenti del Master in Cinema e Televisione del Suor Orsola Benincasa sono stati guidati tra i segreti del set dell’“Amica Geniale”, seconda stagione. A fare da guida, sul set più grande d’Europa che è collocato nella zona industriale della periferia di Caserta, c’era Giancarlo Basilli in persona, scenografo che firma il cinema di Nanni Moretti, di Gabriele Salvatores, di Gianni Amelio e ancora altri grandi autori. Nei 30.000 metri quadri di set cinematografico si può osservare l’intero quartiere Luzzatti ricostruito nei minimi dettagli così come poteva essere negli anni ’50 – “con la dominante del grigio”, come spiega Basili –, e inoltre la torre in cui sono ricostruite soltanto le scale del palazzo delle protagoniste Elena e Lila, e poi il padiglione in cui sono stati ricreati, in altrettanti “parallelepipedi” tutti gli ambienti domestici delle protagoniste nel corso degli anni, e infine il quartiere “anni ’60” in cui vedremo vivere Lila nella nuova stagione della serie tratta dai best-seller di Elena Ferrante.

146825-hdAl termine di un tour che fa invidia anche a tutto l’insieme dei bellissimi set “fissi” che si possono visitare oggi a Cinecittà, si va tutti nel vicino Hotel Golden Tulip, dove alloggiano abitualmente attori e troupe al lavoro sul set della serie, e dove a illustrare gli scenari dell’“Amica Geniale” sono lo scenografo Basili, la costumista Antonella Cannarozzi (collaboratrice di Bernardo Bertolucci, di Luca Guadagnino e tanti altri ancora), e la truccatrice Esmé Sciaroni (tra le firme con cui ha collaborato, Paolo Virzì, Silvio Soldini, Gianni Amelio).
A introdurre l’incontro è il sindaco Luigi De Magistris, venuto a ringraziare ufficialmente gli autori di un’opera che sta riscuotendo successo internazionale in nome di un’immagine ‘sana’ della città di Napoli: “È un onore per avere la possibilità di visitare questo set straordinario. Napoli, per la seconda volta, riesce a esportare un format televisivo in tutto il mondo e, dopo ‘Gomorra’, è un successo che permette al capoluogo campano di esporre il suo potenziale narrativo e umano. Napoli è la città d’Europa con il maggior numero di ragazzi e bambini, sta a noi individuare, tra questi, i talenti per indirizzarli sulla via dell’espressione”.
A condurre l’incontro è soprattutto lo scenografo Basili: “Perché abbiamo preferito le tinte del grigio senza ‘stagioni’ dell’anno? Il regista Saverio Costanzo ed io non volevamo stagioni perché non volevamo, nella nostra tavolozza, il ‘verde’. ‘L’amica geniale’ diventa così una serie senza stagioni, come se il tempo si fosse fermato. Perché il grigio? Volevamo che le protagoniste trovassero per la prima volta i colori soltanto nell’atto di uscire, di fuggire, dal quartiere che aveva fatto loro da ‘trappola’ nel corso dell’infanzia e della prima giovinezza. È per questo che Elena e Lila vedono un mondo colorato solo quando vanno al centro di Napoli, oppure quando ci ritroviamo a Ischia”.
Per raccontare le difficoltà sui costumi prende invece la parola Antonella Cannarozzi: “La ricerca del tessuto è stata complessa, ma facilitata e risolta a monte. Perché? Perché alcune sartorie storiche, dagli anni ’30 in poi, hanno conservato nel tempo i capi d’abbigliamento usati, o anche nuovi: li hanno letteralmente archiviati per il cinema. C’è stato poi, da parte nostra, un lavoro di adattamento sui capi, li abbiamo tinti perché rispettassero la ‘tavolozza’ di cui parlava poco fa Basili e anche per dar loro l’effetto vissuto. Abbiamo ritinto perfino i calzini!”.
Anche il trucco ha contribuito a ricreare gli anni ’50 lavorando sui tratti somatici. “Siamo partiti da una fase di ricerca – spiega Esmé Sciaroni –. Avevamo i costumi, avevamo le scenografie, ma non avevamo reperti validi per ricostruire i volti degli uomini e delle donne di quegli anni. Abbiamo lavorato quindi su foto di repertorio. La vera difficoltà è stata ricreare gli uomini di quei tempi, più ‘incolti’, e con meno depilazioni!”.
Cambiamenti rispetto ai luoghi reali ce ne sono stati. “Abbiamo cambiato la planimetria di alcuni scenari urbani reali, di alcune piazze. Ho lavorato di pura creatività, ispirandomi alle piazze dipinte da Giorgio De Chirico. Inizialmente c’erano solo i miei schizzi fatti a matita, con cui ho potuto subito confrontarmi con Saverio Costanzo. Certo, oggi per fare queste prime visualizzazioni si usa soprattutto il pc, ma suggerisco ai giovani aspiranti scenografi di non abbandonare mai il disegno a mano, che consente di dare, al regista, un’idea di scenario davvero in tempo reale”.
A scandire il passare del tempo sono soprattutto i costumi e il trucco. “Le due attrici protagoniste hanno oggi 15 anni ma, nella seconda stagione della serie, vedremo i loro personaggi raggiungere addirittura i 30 anni d’età. Il personaggio di Gaia Girace, cioè Lila Cerullo, subirà ad esempio delle trasformazioni importanti. Diventerà una ragazza con più responsabilità, avrà un bambino. Dunque dovremo mostrare il passaggio da personaggio spensierato e innocente, a una persona adulta. Il tutto lavorando sul corpo di un’attrice quindicenne. Sarà una bella sfida”.
I problemi non sono mancati. “Napoli è una città fantastica, con dei colori altrettanto meravigliosi, eppure sono colpito dalla difficoltà con cui i negozianti consentono di girare un film nei pressi del loro esercizio commerciale, pur se risarciti giorno per giorno con un ricco ‘affitto’ dei loro spazi da parte della produzione. Non immaginate, ad esempio, che avventura è stata la parte delle riprese avvenute a Piazza Carlo III, malgrado il supporto permanente dell’Ufficio Cinema del Comune di Napoli, che fa di tutto per farci avere tutti i permessi e le autorizzazioni possibili”.

Paolo Torino

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