Al Master in Cinema e Televisione del Suor Orsola Benincasa giornata dedicata a Maria Novella Marcucci. Doppiatrice e dialoghista, Novella si racconta agli allievi del master. “Finita l’università, ho iniziato a lavorare come assistente tecnico. Guardavo gli altri doppiare, poi pian piano sono diventata direttrice. Ho avuto l’opportunità di lavorare con Federico Fellini, ma soprattutto la possibilità di conoscere molti grandi attori-doppiatori come Giancarlo Giannini e Tonino Accolla, e di lavorare a film leggendari come ‘Frankenstein Junior’ di Mel Brooks”.

IMG 2 MarcucciLe principali regole del mestiere? Partono proprio dal concetto di adattamento: “L’adattamento – spiega la doppiatrice – consiste nel rendere una lingua straniera in lingua italiana nel modo più preciso possibile. Sembra facile, ma non lo è per niente, perché bisogna rispettare sempre il ritmo della lingua originale. E il punto è che le parole italiane sono spesso più lunghe delle parole straniere”. Il doppiaggio nel corso degli anni è cambiato molto.  Grazie alla tecnologia avanzata doppiare un prodotto audiovisivo diventa molto più rapido. “Gli sviluppi digitali ci hanno aiutato molto nel nostro lavoro – spiega la Marcucci – ma, nonostante ciò, ci sono molte regole e vincoli che vanno rispettati. Quando si traducono dei dialoghi, spesso ci sono supervisor rigidi che pretendono determinati tipi di traduzione, anche se in italiano non hanno alcun senso. Quando si doppia, invece, ciò che è davvero importante è seguire il labiale degli attori originali, per questo trovare le parole adatte è due volte più difficile. E poi non vanno sottovalutati i movimenti: spesso la gestualità dei personaggi è più importante delle parole che pronunciano”.

La vita del doppiatore? “È un lavoro che si può fare ovunque, non c’è bisogno di spostarsi. È necessario essere sempre in perfetta salute, perché bisogna essere molto concentrati per entrare nel personaggio, esattamente come succede per gli attori. E poi non è un lavoro di squadra, specie l’adattamento, che viene prima del doppiaggio vero e proprio, e che si esegue tranquillamente a casa propria”. Quanto si guadagna? “Molto, forse anche troppo – spiega -. Un adattatore riesce a guadagnare circa 2.500 euro per film, mentre un doppiatore guadagna circa 300 euro a giornata. E’ anche vero che, essendo liberi professionisti, non si percepiscono stipendi fissi né tredicesime, quindi per guadagnare bisogna lavorare assiduamente”. Un suggerimento di percorso? “Se volete intraprendere questo lavoro dovete essere sempre decisi ma anche molto pazienti. E soprattutto non vi deve mai mancare la passione”.

Francesco Paolo Magliacane

 

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