Con lo sceneggiatore Andrea Garello, dopo una prima lezione introduttiva di cui potete leggere qui, si entra nel vivo del corso sulla scrittura del film con alcune regole fondamentali per realizzare un buon prodotto audiovisivo. “Una di queste regole principali? Quella dei tre atti: introduzione, svolgimento, conclusione della nostra storia. Nell’introduzione attirerò subito l’attenzione del mio spettatore. La manterrò alta per tutto lo svolgimento della trama e, infine, produrrò delle azioni decisive che cambiano il contesto della storia nel cosiddetto finale”.

E la regola dei tre atti è quella che Garello mette in pratica realmente nello svolgimento della sua lezione. Riesce infatti a mantenere vivissima l’attenzione degli allievi stimolando curiosità ed interventi. “Questa regola – aggiunge lo sceneggiatore – è di grande aiuto poiché traccia delle linee guida che, se rispettate, portano a una buona riuscita del prodotto finale”. Come detto, bisogna sempre mantenere viva l’attenzione dello spettatore. Per fare ciò, in contrapposizione con i “tempi morti” del neorealismo e seguendo semmai la linea estetica suggerita da Alfred Hitchcock, è fondamentale “realizzare esclusivamente scene che ci permettono di spiegare un personaggio o portare avanti la storia, motivando in termini di causa-effetto ogni singolo avvenimento”.

“La regola dei tre atti si deve tenere in considerazione già da quando si scrive il soggetto (la prima forma di idea scritta in prosa, ndr)”. Dopo il soggetto si può realizzare una scaletta dettagliata delle scene e poi, finalmente, è il momento della sceneggiatura: “La scaletta è fondamentale: se funziona, funziona anche la sceneggiatura e quindi il film”. Nonostante questo, la bravura del team di produzione di un film sta proprio nel non far notare allo spettatore il passaggio tra i vari atti. Il termine “team” non è casuale infatti, secondo Garello, “il cinema è uno sport di squadra. Scrittura, regia e montaggio non possono concedersi errori. Tutti devono essere bravi poiché un singolo errore di un comparto condizionerà l’intero progetto e, paradossalmente, il marchio negativo coinvolgerà tutti quelli che ci hanno lavorato”. “Del resto – conclude Garello – i film si dividono in due sole categorie: belli e brutti. Vi suggerisco vivamente di farne di belli.”

 

Luigi Iodice

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