“Questo mestiere è come un gioco, richiede passione, entusiasmo e divertimento, ma come gioco ha anche delle regole che vanno rispettate, proprio come la briscola!”. Questo è ciò che Massimo Cinque vuole trasmettere ai suoi allievi del Master in cinema e televisione del Suor Orsola Benincasa.

Autore Tv coordinatore di programmi storici della Rai, da “Fantastico” a “Uno Mattina” fino a “Sogno e son desto”, Massimo Cinque pone agli allievi linee guida per migliorare le loro capacità narrative, perché “ogni format – spiega – ha una struttura narrativa. Quanto più c’è possibilità di narrare, tanto meglio è”. In questo caso l’autore si riferisce ai Talk Show, ma la regola – spiegherà poi – è bene estenderla a tutti i generi televisivi.

cinque-1-1200x520Cinque non manca di criticare il modello televisivo italiano, soffermandosi sulla mancanza di originalità dei programmi italiani, che non rischiano mai e quindi non riescono a rinnovarsi. Un esempio? Nei talk show è spesso il programma ad adattarsi alla persona e non la persona al programma. “Prendiamo ad esempio il David Letterman Show – dice Cinque –. Mostra figure in primo piano della politica e dello showbiz americano, inserendole in un ambiente quasi familiare, dove interagiscono sia con il presentatore sia con il pubblico in modo confidenziale e giocoso, al contrario del legnoso ed eccessivamente formale ambiente italiano”.

Tuttavia il docente/autore elogia anche alcune importanti invenzioni televisive italiane, fatte apposta per catturare il pubblico, come il parlare all’obiettivo di Berlusconi o il dinamismo delle trasmissioni di Piero Angela. Qual è il paese dalla maggiore esportazione di format originali al mondo? Massimo Cinque lo rivela ed è davvero una sorpresa per tutti: Israele. Controindicazioni nell’uso della Tv? Cinque ha le idee chiare anche su questo tema: “La televisione – spiega – è tutt’altro che la realtà. È solo una sua rappresentazione. È una prospettiva sulla realtà proposta da un gruppo di autori”.

Cinque è contento di stare a contatto con i giovani perché vuole spronarli a essere creativi e fantasiosi. Li incita a sviluppare tutte le idee che vengono loro in mente. E infine, proprio come diceva Umberto Eco, “non vergognatevi a scrivere bene in italiano”. Compiti per casa? “Ognuno di voi mi porti un racconto ispirato al proprio colore preferito”.

Carlo Cascone
Mirko Cipriano

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