“Mi diverte stare con ragazzi molto giovani che vogliono fare insieme cinema e televisione. Dopo ogni lezione sono sicuro di uscire con qualcosa in più e spero di potervi dare altrettanto”. Così Massimo Cinque, docente del Master in cinema e televisione, si presenta agli allievi.
L’autore televisivo (di programmi come “Domenica In”, “Unomattina” e anche lo storico “Fantastico”), anche regista e attore sia in televisione che in teatro, nelle lezioni non fa mai a meno di partire dalla conoscenza della storia del mezzo televisivo. “La Tv ormai ha pervaso ogni campo – prosegue Cinque – ma sono sicuro che ci sia sempre qualcosa che non è stato ancora visto. Non abbiate paura di tirare fuori la vostra creatività”.

Massimo Cinque preannuncia ai masteristi che a loro saranno richieste idee su possibili programmi del futuro. “Aprite sempre bene gli occhi sulla quotidianità e sulla normalità, perché è proprio lì che si possono trovare le maggiori ispirazioni”. Gli allievi gli danno subito molti input, alcuni dei quali nati proprio da esperienze personali, vissute. E a tal proposito, ricorda Cinque, “la Tv ha la grandissima capacità di poter dare voce a storie particolari che meritano di essere conosciute”.

Dopo questa prima fase introduttiva e di confronto il docente decide di dividere i masteristi in gruppi di lavoro con l’intento di far sviluppare loro progetti concreti di format che saranno proposti a case di produzione nell’ambito stesso del percorso di formazione. Prima che procedano però, tiene a sottolineare l’importanza della ‘retorica’: “Quest’arte attualmente è insegnata in una sola università: quella del Vaticano. Ma cos’è la retorica? È ‘l’arte di riassumere’, titolo di un libro che vi suggerisco di Ugo Cardinale. L’autore propone un esercizio molto particolare in cui si richiede di ridurre un libro di oltre 300 pagine dapprima in 150, poi in 75, in 30, in 15, in 7, in 3, fino ad arrivare a 1 sola pagina. É un lavoro importante per chi ha bisogno di ‘vendere’ le proprie idee e la propria creatività in pochi folgoranti attimi, senza annoiare l’interlocutore”. Ecco allora la regola nelle parole di Cinque: “Se hai un’idea e riesci a raccontarla in 20-30 secondi, vuol dire che l’idea funziona”


di Maria Casillo

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