“Quando sei sceneggiatore la prima cosa che avverti è l’urgenza di scrivere – afferma Andrea Garello, sceneggiatore e docente al Master in cinema e televisione- il problema, però, è capire cosa raccontare”.
“La prima regola per scrivere una buona storia – prosegue il docente – sta nel guardare al presente, al fine di estrapolare dal nostro vissuto quotidiano storie che appartengano un po’ a tutti. È necessario immergersi nel nostro tempo partendo da noi stessi, pur tenendo a mente che la realtà non sempre è cinematografica”.

Secondo lo sceneggiatore infatti, non tutte le storie hanno lo stesso potenziale, ed è per questo motivo che la scelta del tema da affrontare è fondamentale. Alcune tematiche, in particolare quelle che attingono ad un sentire comune, sono in grado di toccare e coinvolgere un gran numero di persone, ed è su quelle che si dovrebbe puntare per scrivere una storia avvincente.
Alcune tematiche sono universali, e ritornano in modo ciclico. La paura del futuro, la voglia di affermazione e la fuga dal presente sono solo alcuni dei temi maggiormente utilizzati nelle opere cinematografiche più riuscite degli ultimi cinquant’anni. “Tutti i nostri film preferiti, infatti – spiega Garello – non sono altro che una rielaborazione metaforica del momento storico in cui sono incastonati.

Il docente spiega inoltre ai masteristi quanto sia fondamentale per uno sceneggiatore scrivere storie che lo interessino e coinvolgano, ed esclama: “anche quando lo si fa per lavoro, il divertimento non deve mai mancare”.
“Bisogna dunque – sottolinea lo sceneggiatore di smetto quando voglio – parlare al pubblico con la propria voce perché è necessario che lo spettatore si identifichi nella storia che stiamo raccontando. La nostra urgenza – conclude – va infatti mediata: la scrittura è un atto di condivisione, tenete sempre a mente che si scrive soprattutto per l’altro”.

 

di Sabrina Coppola

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