“Un film è lo specchio del nostro  stato d’animo, appartiene a chi lo fa come a chi lo guarda”. Così si presenta Gaetano Di Vaio agli allievi del Master in Cinema e Televisione. Dopo una vita difficile che ha attraversato disagi, tossicodipendenza, anni a Poggioreale, è diventato in quindici anni produttore, regista e attore cinematografico. Famoso per aver prodotto “Là bas – Educazione criminale” e “Take Five” per la regia di Guido Lombardi, nonché “Napoli Napoli Napoli” di Abel Ferrara, il recente “Falchi” di Toni D’Angelo e “Per amor vostro” di Beppe Gaudino, Di Vaio è anche approdato di recente alla commedia coproducendo uno dei film ora nelle sale italiane “Finalmente sposi”.

Gaetano Di Vaio“Fin da piccolo ho sempre voluto fare teatro – spiega Di Vaio – ma è stata la televisione che guardavo in carcere ad appassionarmi al mondo dello spettacolo”. Appena uscito di prigione, Di Vaio comincia a fare i suoi primi spettacoli teatrali con l’aiuto dell’attore e scrittore Peppe Lanzetta. Solo dopo alcuni anni si avvicina al mondo del cinema grazie al regista Carlo Luglio, con il quale realizza “Sotto la stessa luna”, un film presentato poi al Festival di Locarno. Al suo secondo film era già produttore di Abel Ferrara con il film che presentarono alla Mostra di Venezia. “In questi due lavori ho cercato di mettere in risalto la mia vita, i luoghi in cui ho vissuto e le realtà che tutti i giorni ho affrontato. Ed è stato meraviglioso per me vedere per la prima volta su un grande schermo qualcosa che avevo contribuito a creare”.

Di Vaio nei film che produce – proprio come nel suo libro autobiografico “Non mi avrete mai”, scritto a quattro mani con Guido Lombardi – tiene sempre a raccontare esperienze che somiglino a quelle che ha vissuto di persona. Quando cerca fondi per realizzare un film è come se tutti si accorgessero di questa sua sincerità e gli accordassero spontaneamente un supplemento di fiducia in più. “Non è stato facile farsi accettare dopo i miei precedenti – spiega – ma sono riuscito a guadagnare sempre più credibilità, a piccoli passi. Ho iniziato ad avere sostegno economico per i film innanzitutto da piccole istituzioni locali. Poi con i primi successi è stato tutto più semplice”. Il segreto per sfondare? “Passione, talento e determinazione – spiega Di Vaio – ma soprattutto non arrendersi mai ai primi ostacoli: è qui che si capisce quanto vali e quanto ci tieni davvero a quel che fai”.

Il produttore conclude il suo incontro con suggerimenti importanti: “Innanzitutto – dice – state attenti a non perdere con un film enormi cifre di denaro. Per diventare registi? Bisogna avere con sé sempre una storia da raccontare e da proporre ai vostri interlocutori. E poi i diritti sulla storia proteggeteli bene: non fatevela rubare come è successo tante volte, anche a me. Per il resto, il bello del cinema, specie adesso con gli strumenti digitali, è tutto in un suggerimento che mi diede Abel Ferrara: quando vuoi raccontare qualcosa, mi disse, prendi una camera e gira; se il girato non ti piace, lo butti e ricominci daccapo”.

Francesco Paolo Magliacane

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