Al Master in Cinema e Televisione del Suor Orsola Benincasa pomeriggio dedicato a Francesco Afro De Falco. Regista e montatore, De Falco presenta agli allievi del Master il suo ultimo cortometraggio ‘Maria’. “Prima di arrivare a ‘Maria’, premiato in numerosi festival – spiega il regista – ho fatto molta gavetta. Sono partito con il regista Giuseppe  Ferrara, ma ho fatto anche esperienza con Paolo Sorrentino e Antonio Capuano. Ho sempre lavorato con umiltà, imparando a osservare e a rubare i segreti del mestiere. Nel 2012 ho girato il mockumentary ‘Vitriol’, poi nel 2013 ho fondato la start-up Asci Cinema”.

Il cortometraggio ‘Maria’, oltre al successo nei festival, è stato messo in risalto da molte testate giornalistiche. “Non è stato facile girare – spiega De Falco – la produzione è stata più complessa del previsto. Le location sono state il comune di Frasso, le spiagge di Licola, ma anche l’osservatorio di Capodimonte”. Quanto è costato? “Circa dodicimila euro. Oltre l’Asci Cinema, a partecipare sono stati anche il comune di Frasso e la casa produttrice AL-ONE”. La distribuzione? “E’molto importante se si vuole partecipare ai Festival, quindi non bisogna trascurarla nel budget. Le distribuzioni permettono di far girare il vostro nome – spiega agli allievi –. E tenete conto che oggi c’è molto interesse per i cortometraggi a differenza di qualche anno fa”.

Foto De Falco 2Il tema del film? “Il film racconta di una donna che non riesce a soddisfare il suo desiderio, quello della maternità. Ho cercato di richiamare il pubblico femminile – spiega De Falco – in particolare ho fatto riferimento alla storia di una mia amica. Per centrare un argomento che sia vicino a ognuno di noi, lavoro molto sugli ‘archetipi’, cioè i temi e le immagini profonde che appartengono al genere umano dalla notte dei tempi. In questo caso ho dato importanza al concetto di ‘famiglia’. Mi piace soprattutto riuscire a trasformare un testo in un’immagine, e il potere delle immagini è catalizzato dagli attori. Il compito principale del regista? È nel tradurre ciò che è complesso in immagini semplici”. Nel cortometraggio il tema è arricchito da elementi metaforici e parallelismi. “Il tema non va mai perso di vista – spiega il regista – è il nostro lavoro, è l’idea centrale intorno alla quale tutto deve girare nel film. È evidente che se il regista non ha le idee chiare, si crea il caos. Ogni scena deve essere tematica, ogni dettaglio è importante. Se il tema non si abbandona, le risposte, le soluzioni visive, arrivano da sole”.

Il regista conclude il suo incontro dando agli allievi del Master alcuni consigli. “In un film non deve mai mancare un meccanismo di ‘attivazione’, un incidente scatenante che permette di attirare l’attenzione del pubblico. Quanto prima arriva, tanto meglio è. Il mio modello di cinema? Raccontare una scena con meno inquadrature possibili. Mostrate ciò che interessa davvero”. L’ultimo suggerimento? “Ricordate sempre che un film è bello quando a essere belli sono il suo inizio e il suo finale”.

Francesco Paolo Magliacane

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